Finalmente qualcosa si muove. L’appello degli inquilini dell’appartamento crollato al Flaminio nella notte del 21 gennaio è stato ascoltato. La Procura ha dato il via libera alla messa in sicurezza dell’edificio devastato completamente dal cedimento dei tre piani più alti.
Una vicenda che va avanti da troppo e che ha lasciato senza una casa 15 famiglie. “Non abbiamo gas, il palazzo è sotto sequestro e nessun intervento è stato pianificato” – avevano denunciato gli inquilini, chiedendo al più presto un intervento delle istituzioni per sbloccare la situazione.
A dare l’ok all’inizio dei lavori è stato il pm Antonella Nespola titolare del procedimento, al momento ancora contro ignoti.
Il magistrato, che procede per disastro colposo, dovrà aspettare gli esiti delle consulenze tecniche affidate a Claudio de Angelis, ex dirigente dei vigili del fuoco e a Lucrezia De rose. Permessi, autorizzazioni, lavori di ristrutturazione le questioni da accertare per trovare il responsabile del crollo delle colonne del quinto piano e il conseguente cedimento del sesto e del settimo.
A salvare tutti quella notte fu la signora Agea Rodriguez allarmata da crepe e scricchiolii. Poi l’evacuazione, e il crollo della struttura. “Oggi, a quasi due settimane dall’accaduto, l’area non è più monitorata – denunciano gli inquilini. Gli accessi non sono chiusi e c’è il rischio che qualche malintenzionato entri per appropriarsi di ciò che è rimasto delle nostre cose sotto macerie e detriti”.
Bisogna fare presto l’invito alla Procura di Roma che, piantine alla mano, stabilirà i responsabili del crollo della storica palazzina, che fu costruita nel 1939, quasi 80 anni fa.