Corpi esili, pelle e ossa, rivestiti da casacche a strisce bianche e blu. Sono le immagini impressionanti della shoah, la deportazione e il genocidio di massa perpetrato dalla Germania nazista nei confronti degli ebrei di tutta Europa, dopo la seconda guerra mondiale.
Sono trascorsi 71 anni esatti dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Oggi nella giornata della Memoria il ricordo va a loro, vittime innocenti della follia di un uomo, Adolf Hitler.
Era il 27 gennaio del 1945 quando le forze alleate varcarono per la prima volta la scritta di ingresso del più grande campo di sterminio della storia. “Arbeit Macht Frei”: il lavoro rende libero. Solo così si venne a conoscenza di quanto era accaduto, del dramma di quello sterminio ingiustificato.
Da allora, il giorno della Memoria non è solo un omaggio alle vittime innocenti ma sopratutto una presa di coscienza collettiva, che non dovrà mai più accadere.
Da nord a sud sono tanti gli appuntamenti in calendario per non cacciare via dagli occhi e dalle menti le tristi immagini dell’olocausto.
A Roma, oltre il concerto della Filarmonica Toscanini, sara inaugurata la mostra alla Fondazione Museo della Shoah, intitolata a Anne Franck.
Lo sterminio nazista avvenne verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”, di razza inferiore, non ariana. Il Terzo Reich ne aveva previsto il totale annientamento con eliminazioni di massa condotte in modo sistematico: con liste dettagliate degli ebrei presenti nei campi, quelli che dovevano arrivarci, e morirci come hanno poi dimostrato le le registrazioni delle esecuzioni.
Uno sforzo considerevole fu speso per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere persone, passando dalle fucilazioni all’avvelenamento con monossido di carbonio fino all’uso di speciali autocarri con dispositivi di immissione di gas.
15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età.
Adolf Hitler nel suo testamento scrisse prima di suicidarsi che i “criminali ebrei” avevano “espiato” il loro “errore” in “modo umano” Oggi come durante tutto l’anno l’imperativo è non dimenticare l’assurdo concetto di “umanità” di un uomo folle.