Il Campidoglio toglie le monetine di fontana di Trevi alla Caritas

Un primo tentativo era già stato fatto l'anno scorso

L’hanno già ribattezzata la battaglia degli spicci. Le monetine lanciate dai turisti dentro la fontana di Trevi nella speranza di assicurarsi un ritorno a Roma, fanno gola al Campidoglio. Una convenzione risalente alla giunta Rutelli e poi sempre rinnovata, assegna alla Caritas le monetine che in un anno raggiungono il valore di 1,5 milioni di euro. Ma i rapporti tra la Roma a trazione 5 stelle e la chiesa non sono mai stati idilliaci. L’anno corso l’accoglienza dei migranti era stata duramente criticata da monsignor Feroci per inumanità e insufficienza, quest’anno ha fatto sentire la propria voce monsignor Lojudice che ha criticato duramente l’inefficienza della raccolta dei rifiuti capitolina. E la concessione delle monetine era stata messa in discussione già l’anno passato quando la giunta pentastellata aveva deciso di tenere per sé il denaro, salvo poi cambiare idea e continuare a destinare le monete alla Caritas romana che le utilizza per finanziare l’assistenza ai poveri. Questa volta il Campidoglio ci riprova, secondo il piano le monete verrebbero raccolte da Ama e poi destinate solo in parte a scopi sociali mentre una parte del ricavato dovrebbe essere destinato al restauro dei monumenti romani. La convenzione con la Caritas scadrà il prossimo 31 aprile salvo che palazzo Senatorio non cambi idea nuovamente. E se è vero che Roma Capitale non ha alcun obbligo di destinare il suo denaro ad un ente cattolico, appare evidente che in una città in cui i clochard continuano a morire per il freddo e l’accoglienza è assicurata in gran parte dalle associazioni di volontariato, ridurre il denaro destinato dal comune all’accoglienza, appare come la volontà di voltare le spalle agli ultimi della società.

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