“Riprendiamoci i Nostri Figli”, presentato alla Camera il libro di Antonio Polito

Al cuore del volume, la crisi della famiglia e delle agenzie educative e una riflessione su come uscirne

“Non fate i sindacalisti dei vostri figli, non è di questo che hanno bisogno. Aiutate la grande agenzia formativa dei vostri figli, aiutate la scuola”
L’appello di Antonio Polito è perentorio, risuonando di tutta l’urgenza tipica dei momenti di cambiamento epocale, fin dal titolo del suo ultimo libro, “Riprendiamoci i nostri figli.” Il sottotitolo, “La solitudine dei padri e la generazione senza identità”, chiama in causa una classe di educatori che sembra aver abdicato al proprio ruolo.
Nella ricorrenza della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, la deputata Vanna Iori ha promosso la presentazione del contributo di Polito nella sala stampa di Montecitorio.
La riflessione sull’indebolimento delle agenzie educative è stato il fulcro della discussione. Quanto è emerso è che mai come in questa fase nessun soggetto è in grado da solo di tenere nelle briglie la trasmissione del sapere e dei valori.
Un deficit educativo che si è accompagnato negli anni a un deficit di analisi del problema: alla politica spetta il compito di riannodare i fili di un tessuto con troppi buchi.

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