Personale sanitario di nuovo allo stremo a due anni dall’inizio della pandemia: in una fase di evidente emergenza per l’Umbria, così come per il resto del Paese, Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni, alza la voce per chiedere maggiore attenzione nei confronti di chi, dal 2020, presta servizio negli ospedali a rischio collasso per la diffusione continua del Covid.
Ciò su cui punta il dito Lucci, reduce da un importante confronto con le aziende sanitarie locali, è la carenza di organico nelle strutture del territorio, senza dimenticare la mancata implementazione di modelli organizzativi flessibili. Nonostante le assunzioni fatte nel corso dell’ultimo anno, per il sindacalista servirebbe più personale, soprattutto in virtù delle tante assenze del momento dovute proprio ai contagi. Già in tempi non sospetti, a quanto pare, Fp Cgil aveva fatto delle richieste ben precise, di fatto non ascoltate dai dirigenti delle strutture sanitarie interpellati, condizionati da presunti vincoli di bilancio.
Mentre si esorta a rivedere l’organizzazione e il fabbisogno di personale anche per i laboratori di analisi, in difficoltà a causa del recente boom di tamponi, presso l’Ospedale San Giovanni Battista di Foligno la situazione risulta essere davvero al limite. Segnalate infatti gravi criticità su diversi fronti, si pensi al day surgery convertito in medicina bianca per recuperare posti letto passati al reparto Covid, oppure alla rianimazione, dove parte del personale lavorerebbe in condizioni insopportabili.
Poiché, ad oggi, tutto rischia di sfuggire di mano, i sindacati lanciano un appello affinché venga aperto subito un tavolo con il commissario all’Emergenza, Massimo D’Angelo. Qualora non dovesse esserci una svolta in tal senso, potrebbero ripetersi flash mob davanti agli ospedali della Regione.
