Emergenza sanitaria, appello dei lavoratori dello spettacolo umbri

Passati più di 100 giorni dall'ordinanza regionale che vieta lo svolgimento di attività: Adu alza la voce per farsi sentire

«Come lavoratrici e lavoratori dello spettacolo siamo disponibili a rispettare ogni protocollo di sicurezza, ma vogliamo farlo in modo legittimo», con queste parole tornano a farsi sentire anche in Umbria, chiedendo azioni concrete, le tante persone impegnate solitamente nella preparazione e nella realizzazione di manifestazioni culturali dal vivo.

Storicamente poco tutelati, i soggetti che si dedicano a questo mestiere sono infatti tra quelli che hanno subito maggiormente gli effetti della pandemia sul lavoro, con uno stop forzato molto lungo. Attori e Attrici Uniti è una delle tante associazioni che si sono formate in seguito all’avvento del Covid, e il movimento in questione ha assunto da alcuni mesi una declinazione regionale denominata Adu, Attori Attrici, Danzatori e Danzatrici dell’Umbria.

Dopo aver lanciato sui social l’hastag #stanchidiaspettare, i componenti affermano: «Sono passati più di 100 giorni dall’ordinanza regionale che vieta lo svolgimento di attività all’interno delle sedi delle associazioni, che sono soprattutto luoghi di lavoro. Molti professionisti del settore spettacolo della Regione non hanno la possibilità di accedervi per proseguire, nemmeno in sicurezza».

Alla luce della situazione attuale, si chiede di rivedere immediatamente l’ordinanza del 24 ottobre, che, nei fatti, discrimina e danneggia un intero comparto di lavoratori. Dopo l’ultimo incontro con l’assessore Paola Agabiti, l’Adu ritiene di non poter più aspettare. Come se non bastasse, a peggiorare le cose ci si mette anche la prospettiva del blocco del nuovo decreto Ristori a causa della crisi di governo.

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