Emergenza sanitaria, l’Istat certifica il crollo del turismo

Italiani e stranieri evitano di viaggiare: poche visite presso le città d'arte

Pandemia letale per il turismo: lo certificano gli ultimi dati diffusi dall’Istat, capace di fotografare a suon di numeri la crisi che stanno riscontrando gli alberghi, così come le agenzie di viaggi umbre e non solo.

A quanto pare, il Covid avrebbe davvero frenato l’intero settore in tutto il mondo: nei primi 8 mesi del 2020 le notti trascorse nelle strutture ricettive nell’Unione Europea sarebbero state poche, tanto da far registrare un calo di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019.

I dati provvisori dell’Italia, relativi ai primi 9 mesi dell’anno, sarebbero in linea con il trend europeo, con quasi 192.000.000 di presenze in meno rispetto all’annata precedente. Il comparto alberghiero sarebbe quello in maggiore sofferenza, poiché da gennaio a oggi le persone avrebbe preferito strutture differenti, specialmente B&B.

Giù pure le presenze di turisti stranieri nello Stivale (-68,6%), mentre sarebbero state danneggiate le grandi città d’arte, dove il crollo certificato corrisponderebbe a un -73,2% delle presenze. A livello territoriale, le flessioni più consistenti in termini di spostamenti avrebbero riguardato le isole, oltre alle Regioni del Nord.

Diminuiscono in maniera drastica i viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze. In questo caso c’è un calo pari a -23%.

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