Mondo di mezzo. Buzzi chiede la scarcerazione

L'ex ras delle cooperative era stato condannato in appello a 18 anni e 4 mesi

Che sia scarcerato o almeno che gli siano concessi gli arresti domiciliari. Questa la richiesta ufficiale presentata dai difensori di Salvatore Buzzi. L’ex ras delle cooperative era stato condannato in appello a 18 anni e 4 mesi, una pena che però dovrà essere ricalcolata in un nuovo processo. Infatti la sentenza della Corte di Cassazione ha escluso l’aggravante del metodo mafioso per le condotte degli imputati del processo mondo di mezzo, rendendo necessario un ricalcolo delle condanne dei principali imputati. Buzzi, ex capo della cooperativa “29 giugno” si trova al momento recluso nel carcere di Tolmezzo. Per effetto della sentenza dei supremi giudici infatti alcuni reati a lui imputati sono caduti in prescrizione mentre la pena sarà ridotta di quasi la metà, da qui la richiesta di scarcerazione.

Non è poi mancata la polemica a distanza con l’ex procuratore capo di Roma Pignatone che in un’intervista ha ribadito come mafia e corruzione condizionino Roma ammonendo a non sottovalutare il potere dei clan. Rispondendo Alessandro Diddi, avvocato di Buzzi, ha prima invitato l’ex procuratore a chiedersi se abbia compreso i confini del 41bis e poi ha sostenuto che i propri assistiti “hanno fatto da cavia in esperimenti giudiziari” concludendo che “si dovrebbe evitare che altri cittadini patiscano lo stesso per errate interpretazioni giuridiche”.

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