Non un testamento né una vendetta, ma piuttosto «un gesto d’amore verso i romani», dove si spiegano i motivi per cui la Capitale sia in ginocchio. Ignazio Marino commenta così “Un marziano a Roma”, il suo libro fresco d’uscita. Presentandolo alla stampa, l’ex primo cittadino romano si racconta a 360°, senza peli sulla lingua. Soprattutto quando gli argomenti sono Campidoglio, PD e Renzi. In quei casi Marino non si risparmia, e ripercorrendo i mesi in cui ha governato la città, il chirurgo dem parla chiaro: «Se avessi seguito i consigli del partito forse mi avrebbero messo in cella d’isolamento».
Parole forti e d’impatto, pronunciate da uno che durante il suo mandato ha provato a fare qualcosa di diverso, trovandosi però imbrigliato nelle logiche di un partito tutt’altro che unito. Marino ne ha per tutti, e quando si riferisce a Renzi racconta di come, quando Roma doveva sganciarsi dalle lobby, l’attuale Premier era pronto a mettersi al tavolo con loro.
Maggiore attenzione verso la Capitale e le sue esigenze: è quanto chiede oggi Marino, facendo riferimento agli introiti ottenuti annualmente da Parigi per fronteggiare gli extra costi della città. Perché Roma, a detta sua, accoglie circa 1400 manifestazioni all’anno e necessita di investimenti importanti. E nel libro si spiega come mai la Capitale abbia ancora tante difficoltà sul fronte trasporti.
Infine le comunali di giugno e la sua candidatura. Marino non si sbilancia. Troppo presto per eventuali annunci. «Non ho detto né sì né no», afferma lui. Che intanto apprezza il lavoro del Commissario Tronca svolto fino ad oggi, lodandone la perseveranza sul caso affitti.