Operazione Gran Turkese. Così la camorra portava l’eroina a Roma: 7 arresti

Chili di droga, importati dalla Turchia, in viaggio sulla tratta Roma Napoli. Un’operazione gestita dalla Camorra grazie ad una vera e propria organizzazione criminale. 7 i soggetti identificati dalla...

Chili di droga, importati dalla Turchia, in viaggio sulla tratta Roma Napoli. Un’operazione gestita dalla Camorra grazie ad una vera e propria organizzazione criminale. 7 i soggetti identificati dalla Guardia di Finanza, coinvolti nell’operazione Gran Turkese, accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno preso avvio dal sequestro di un ingente quantitativo di eroina, oltre 43 chili, operato dalla polizia turca nell’agosto del 2012, al confine con la Grecia. Droga abilmente occultata nell’autovettura di un cittadino romano che, simulando viaggi di piacere in compagnia della sua famiglia, faceva da corriere per far giungere il prezioso carico nella Capitale. Carico che una volta immesso nel mercato avrebbe fruttato un giro di affari di oltre 2 milioni di euro. Destinatari dell’eroina appartenenti ad un clan di camorra di Secondigliano, attivo prevalentemente nella Capitale e nel basso Lazio, tra cui due parenti di un esponente di spicco del Clan degli Scissionisti. Obiettivo dell’organizzazione: importare ingenti quantitativi di stupefacente, sia eroina che cocaina, sfruttando differenti rotte internazionali attraverso alleanze con narcotrafficanti turchi, ecuadoregni ed olandesi. Sulla scorta delle prove raccolte oltre 100 militari nelle ultime ore hanno dato esecuzione all’ordine di arresto in carcere nei confronti dei sette soggetti identificati, di età compresa tra i 25 e i 61 anni, residenti tra Napoli e Roma oltre a due cittadini stranieri residenti in Svizzera a Turchia. 20 le perquisizioni effettuale dalle Fiamme Gialle nei confronti di ulteriori soggetti, a vario titolo coinvolti nelle illecite attività di narcotraffico.

 

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