Una situazione complicata per cui ci si aspettano delle risposte concrete in tempi brevi: continua a far discutere la scelta da parte della direzione del Santa Maria della Misercordia di Perugia di dimezzare il servizio di accoglienza offerto dai volontari di Ada Umbria, Auser e Anteas. Tre associazioni che da anni si dedicano all’attività di informazione e orientamento per i cittadini e che, quasi da un momento all’altro, sono state messe ai margini.
Ovviamente i sindacati non sono rimasti a guardare, e fin da subito hanno cercato di avviare un dialogo con i vertici dell’ospedale per trovare una soluzione adeguata. Purtroppo, però, le continue richieste di incontro non sono state accolte, e i sindacati e le associazioni continuano ad aspettare una convocazione.
Da settembre il servizio offerto dai volontari è presente solo in un punto di accesso dell’ospedale, con tutte le conseguenze del caso. Curiosa, se non discutibile, la scelta della direzione dell’Azienda ospedaliera di fare a meno dell’apporto di Ada Umbria, Auser e Anteas, visto che affidarsi al volontariato per determinati servizi vuol dire abbattere i costi e, soprattutto, dirottare le risorse su quelle che sono le vere emergenze.
Le lunghe attese al pronto soccorso e l’impossibilità di prenotare visite specialistiche sono solo alcuni degli effetti legati a una scelta aziendale poco chiara. Per i sindacati, l’atteggiamento verso le tre associazioni va letto come una scarsa considerazione della dirigenza verso il buon funzionamento dei servizi e, al tempo stesso, una conferma del decadimento del servizio sanitario pubblico nella Regione.
Insomma, le sigle sindacali continuano ad aspettare un incontro ufficiale e, intanto, si chiedono quale sia il ruolo effettivo del volontariato. Dal canto loro, il volontariato stesso deve continuare a essere considerato una risorsa in grado di potenziare e migliorare la qualità dei servizi offerti alla collettività.