Un problema che si trascina avanti da tempo e per il quale, secondo i relatori intervenuti, è necessario prendere dei provvedimenti concreti. In Senato, presso la Sala Caduti di Nassirya, si è tenuto un incontro dedicato alle scuole coloniali cinesi che, in base alle testimonianze raccolte, eserciterebbero sui bambini una grave forma di violenza culturale psicologica.
Nel corso della conferenza, organizzata dall’Intergruppo parlamentare Italia-Tibet e resa possibile grazie al lavoro del presidente Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d’Italia, sono stati affrontati vari aspetti. Grande attenzione è stata rivolta alla prassi che vede i maestri di queste scuole inculcare la lingua cinese ai piccoli studenti tibetani, un processo tutt’altro che formativo.
L’evento è stato contraddistinto da numerosi interventi effettuati da persone che conoscono molto bene il territorio tibetano, così come l’impostazione delle scuole coloniali cinesi. Molto toccante il racconto del Prof. Gyal Lo, docente e psicologo pronto a sottolineare come tali siti siano molto diffusi nel Paese e come le famiglie tibetane siano costrette a far studiare lì i propri figli, se non altro per evitare che poi questi vengano penalizzati in futuro.