All’interno di una particolare rubrica della Camera di Commercio dell’Umbria, il presidente Giorgio Mencaroni si è soffermato su quelle che, dal punto di vista economico e imprenditoriale, possono essere considerate delle vere e proprie “piaghe” per il territorio. Aspetti, questi, che secondo Mencaroni dovrebbero essere curati al meglio per rendere l’Umbria un luogo ideale dove vivere bene e fare impresa nella maniera adeguata.
Tra le priorità del momento, la necessità di innalzare la qualità dei processi e dei prodotti per renderli più avanzati a livello tecnologico. Poco utile, a suo avviso, puntare su complessi di industria pesante non rispondenti a quell’equilibrio di sostenibilità ambientale che, di fatto, rappresenta un’autentica carta di competitività, tenendo conto della transizione ecologica in atto.
Da non sottovalutare poi l’isolamento a causa dell’insufficiente dotazione infrastrutturale nel sistema della mobilità e dei trasporti. Sempre secondo Mencaroni bisognerebbe completare in fretta il collegamento tra i porti di Ancona e Civitavecchia, soprattutto alla luce del ruolo primario dell’Umbria in quello che è l’asse viario per il trasporto merci dal Tirreno all’Adriatico, e viceversa.
Se la scarsità di investimenti privati in ricerca e sviluppo appare piuttosto evidente, tra le province di Perugia e di Terni il livello di digitalizzazione delle imprese locali risulterebbe essere sotto la media nazionale. Infine, l’annosa questione del decremento demografico e del contemporaneo invecchiamento della popolazione: tutte questioni da non sottovalutare, e per le quali si chiede maggiore impegno alle istituzioni, a cui spetta il compito di garantire la crescita progressiva della Regione.