Caro energia, gli effetti sulle attività delle imprese umbre

Diffusi da Movimprese i dati relativi all'ultimo trimestre del 2022: più di seicento le aziende costrette a sospendere il proprio operato

Le dirette conseguenze, ovviamente negative, di un fenomeno complesso quale il caro energia. Movimprese ha diffuso di recente i dati relativi al quarto trimestre del 2022 delle aziende locali.

Tutt’altro che confortante il quadro generale: più di seicento, infatti, le imprese che in seguito ai rincari delle bollette sarebbero state costrette a fermarsi, sospendendo il proprio operato in attesa di tempi migliori. Come se non bastasse, le chiusure definitive delle aziende regionali tenderebbero a crescere in maniera progressiva.

Anche Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, ha riconosciuto quanto pesante sia stato l’impatto degli alti rincari sul tessuto produttivo regionale nonché italiano. Con molta probabilità, almeno tra le province di Perugia e di Terni, gran parte di quelle aziende costrette a fermarsi nei mesi passati potrebbero non riaprire più.

In una fase indubbiamente complicata per svariati settori, si riscontrato tuttavia due aspetti interessanti e su cui puntare. Innanzitutto resterebbe sempre positivo il saldo iscrizioni-cessazioni, e poi, rispetto al mese di agosto, sarebbero scesi i prezzi dei consumi energetici.

Riguardo al primo aspetto, un dato simile andrebbe letto in modo molto semplice: in Umbria permarrebbe la volontà di fare impresa e di tenere duro nei momenti difficili (si confida pure nei benefici garantiti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza). Quanto invece alla diminuzione dei costi delle bollette, si segue con attenzione il calo del gas, il cui prezzo potrebbe essere ammortizzato da particolari incentivi delle istituzioni.

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