Lavoro, in Umbria circa ventinovemila dipendenti in meno nel 2030

Pubblicata da "Il Sole 24 Ore" un'elaborazione basata sulle previsioni dell'Istat: la provincia di Terni rischia di far registrare una flessione importante

Circa ventinovemila lavoratori in meno in Umbria tra appena otto anni: a ipotizzare uno scenario simile “Il Sole 24 Ore”, che ha da poco pubblicato una particolare elaborazione legata a delle previsioni demografiche sperimentali dell’Istat rispetto al 2030.

Ovviamente anche il cuore verde d’Italia è stato preso in considerazione per questo tipo di indagine, e per come sono messe le cose c’è poco da stare sereni. Secondo le stime attuali, tra poco tempo si potrebbe assistere a una brusca riduzione dei dipendenti, specialmente quelli di età compresa tra i trenta e i sessantaquattro anni.

La ricerca portata a termine tiene in considerazione anche il trend dei trasferimenti di residenza interni e di quelli con l’estero. A pesare molto, purtroppo, la flessione della natalità e i flussi migratori: per quanto riguarda il primo fenomeno, neppure un’importante inversione di marcia potrebbe sanare il calo delle persone “occupabili”, mentre il secondo potrebbe essere gestito soltanto attraverso delle buone politiche migratorie e internazionali.

A quanto pare, la crisi demografica dovrebbe avere maggiori ripercussioni nel Mezzogiorno anziché nel Centro Italia: nelle Regioni meridionali si dovrebbe scendere del 10%, in Umbria e nei territori limitrofi del 4. Stando alle previsioni degli esperti, nel 2030 l’Umbria potrebbe quindi contare su una forza lavoro tra i quindici e i sessantaquattro anni con, per l’appunto, ventinovemila unità in meno.

Più che la provincia di Perugia, quella di Terni rischia di far registrare una flessione importante nei prossimi otto anni. La popolazione in età lavorativa tra i quindici e i sessantaquattro dovrebbe andare giù del 7,1%, mentre quella relativa alla fascia che va dai trenta ai sessantaquattro dovrebbe calare addirittura del 9,6.

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