Nessun boom di arrivi last minute ma, tutto sommato, una discreta affluenza all’interno delle varie strutture ricettive del territorio. Questo, in sintesi, il bilancio degli albergatori umbri in merito all’ultimo weekend pasquale, nel corso del quale si sarebbe registrato, tra le province di Perugia e di Terni, un tasso di occupazione pari al 75%.
Insomma, in linea generale si può dire che le previsioni siano state rispettate: impossibile replicare i numeri che si riuscivano a fare prima dell’avvento della pandemia, eppure si percepisce come la gente stia riprendendo a muoversi. A pensarla in questo modo Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, secondo cui, dopo due anni difficili, l’apertura della stagione turistica avviene ad aprile e non a giugno.
Piuttosto evidente, in questa Pasqua, un dimezzamento della permanenza, con gran parte dei turisti intenzionati a fermarsi solo due notti (in passato si soggiornava più a lungo e tanti arrivi partivano già dalla vigilia del venerdì santo). Notata, nel complesso, un’attenzione particolare al portafogli, con conseguente penalizzazione per la ristorazione interna agli alberghi e non solo.
Al di là di tutto, considerando il momento storico e l’aumento di inflazione e bollette, tra gli operatori torna a crescere un minimo di ottimismo. Adesso si confida in altri arrivi in vista di un nuovo lungo weekend, almeno in Umbria caratterizzato dalla Marcia della Pace che dovrebbe portare più gente del solito a Perugia e ad Assisi.