Cultura, a Roma uno spettacolo in ricordo del massacro di Khojaly

Prima rappresentazione in assoluto dell'opera diretta da Claudia Di Domenico: sul palco anche un quartetto di musicisti

Un modo elegante e intimista per ricordare un momento piuttosto buio vissuto da un intero Paese. Il Centro Congressi Roma Eventi Piazza di Spagna ha fatto da cornice alla prima rappresentazione in assoluto dello spettacolo, tra note e parole, intitolato “Il dolore”.

Concepito da Claudia Di Domenico, regista dell’opera, lo show in questione è stato costruito con l’intento di rievocare il massacro di Khojaly, avvenuto esattamente trent’anni fa: un’autentica tragedia che, nel pieno della prima guerra del Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian, devastò il popolo azerbaigiano.

Per i presenti in sala la possibilità di comprendere la gravità dell’accaduto, raccontato attraverso una narrazione piuttosto articolata in grado unire le toccanti letture di Edoardo Oliva e Silvia Palma, tratte dall’omonimo romanzo firmato da Arye ed Amir Gut, ai video proiettati dallo schermo alle loro spalle.

Ad accentuare la profondità della storia le musiche eseguite sul palco da un quartetto formato dalla violinista Dana Stancu, dal clarinettista Alfonso Giancaterina, dal violoncellista Pierluigi Ruggiero, ideatore e direttore artistico, e dal pianista Luciano Di Giandomenico, autore di tutti i componimenti proposti. A unirsi a loro, durante la rappresentazione, la danzatrice Caterina Ambrosio.

Un bilancio drammatico quello dell’assalto avvenuto tra il 25 e il 26 febbraio del 1992, con oltre seicento azerbaigiani civili uccisi, di cui sessantatré bambini e centosei donne. Un fatto tremendo, seguito dall’aggressione militare armena, con l’occupazione del 20% del territorio azerbaigiano, e l’uccisione di circa trentamila persone.

Attraverso un affascinante intreccio di musica e di parole, in un’alternanza di clip originali e di commoventi filmati realizzati in quel particolare momento storico, lo spettacolo proposto in sala ha provato a rappresentare ciò che avvenne quella notte, impossibile da dimenticare per chi riuscì a sopravvivere.

L’accensione di ben tredici candele sul palco è stata pensata per onorare le altrettante vittime ricordate nel corso della messa in scena. A proposito di candele, ogni spettatore ne ha ricevuta una nel finale, per un colpo d’occhio senza dubbio notevole.

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