Emergenza sanitaria, i ristoratori si uniscono e lanciano un appello alle istituzioni

Sempre più complicato gestire locali con la pandemia: tra i problemi principali le eccessive restrizioni e i pochi sussidi dal Governo
I ristoranti storici di Roma si alleano per gridare alle istituzioni il loro malessere per una situazione che, a causa della pandemia, ormai è veramente insostenibile. Da troppo tempo le loro richieste sono inascoltate, e questo sta portando a risultati devastanti che sono sotto gli occhi di tutti: licenziamenti e serrande abbassate.
Francesco Testa, direttore di Checco dello Scapicollo e proprietario di Checcombriccola, situato a Trigoria, mantiene una visione piuttosto drammatica rispetto alla situazione attuale. «Abbiamo bisogno di essere aiutati», afferma. E poi aggiunge: «Lo Stato e i politici devono mettersi una mano sulla coscienza e darci una mano. In questo periodo dell’anno raccoglievamo già gli acconti per gli eventi di maggio e giungo, ma finora non c’è niente in programma. Inoltre la gente ha paura perché è stata terrorizzata, con i clienti che chiedono se i tavoli siano distanziati».
Roberta Pepi, in servizio presso il locale Da Robertino, sito in Via Panisperna, analizza un problema davvero grave di cui non si sente mai parlare, ovvero quello legato alla rottamazione ter e saldo e stralcio. «A marzo 2020 – dichiara – viene deciso di bloccare tutte le rate per poi, a novembre 2021, chiedere il pagamento di tutte le vecchie definizioni agevolate, cioè sette rate. Tutto questo senza dare una proroga sul 2022». A suo avviso, la mancanza di proroghe ha fatto capire come la politica sia sconnessa con il mondo reale, dove le piccole e medie imprese arrancano.
Emanuele Tudini, ristoratore di Ritorno al Passato, in piazza della Rotonda, punta invece il dito contro gli affitti. Massimo Pulicati, titolare de L’Oste della Bon’Ora, a Grottaferrata, nel mondo della ristorazione dal 1986, rivendica con forza la sua artigianalità nel fare il proprio mestiere. La richiesta è di poter usufruire delle agevolazioni permesse dalle leggi e, nel caso siano esaurite, di introdurne delle nuove.
Se Carlo Muzi, titolare della pizzeria La Montecarlo, ritiene che il periodo sia un qualcosa di mai visto, Roberto Stagneta de Il Focolare si sente invece preoccupato per la mancanza di una qualche speranza per il futuro della propria azienda. Speranza che, a detta sua, dovrebbe essere data dalle istituzioni, le quali appaiono però assenti e sorde di fronte alle richieste dei ristoratori.
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