L’ennesima tegola che complica ulteriormente le cose. Con il passaggio dell’Umbria da zona gialla ad arancione, causa Covid, bar e ristoranti sono costretti a chiudere i battenti, seppur in maniera temporanea. Un danno, questo, che appare più grave in quei Comuni della Regione già messi in ginocchio dal terremoto del 2016.
A fare i conti con l’attuale crisi generale c’è ovviamente Norcia, i cui commercianti appaiono rassegnati. Eppure, a detta loro, restare aperti in un periodo in cui il turismo è di fatto fermo avrebbe avuto poco senso.
Fondamentali, in ogni caso, gli aiuti. Perché senza quelli non si può andare avanti. Qualcuno pensa di aggrapparsi alle vendite online così da limitare i danni, in ogni caso le persone cercano di contenere le spese e, probabilmente, c’è meno solidarietà rispetto al passato.
Alberto Allegrini, presidente di Confcommercio in Valnerina, appare piuttosto pessimista e afferma: «Abbiamo dato fondo a tutte le nostre risorse in questi 4 anni post-terremoto e dopo esserci adeguati alla 1^ ondata della pandemia, adesso siamo costretti a una nuova chiusura, così siamo destinati a morire».
Per Allegrini l’obiettivo è quello di lavorare e di farlo in sicurezza, non di ottenere somme contenute da parte del Governo con le quale non si riuscirebbero a fronteggiare le tante spese legate alla gestione di un’attività.