Agricoltura, Coldiretti Umbria contraria alle chiusure anticipate dei negozi

Prevista una grossa perdita di fatturato per le mancate vendite di cibo e bevande: si teme per le eccellenze agricole umbre

«La chiusura anticipata della ristorazione, con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie, ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una grossa perdita di fatturato per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento», così Coldiretti in merito a un’analisi specifica legata al nuovo Dpcm emanato dal Governo.

«In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta il principale canale di commercializzazione per fatturato», afferma Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. Che aggiunge: «Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico, lungo tutta la filiera, e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato».

La preoccupazione è tanta perché le nuove restrizioni colpiscono anche le eccellenze agricole umbre, che devono far fronte al calo di lavoro generale, con difficoltà evidenti che si riflettono su comparti come, ad esempio, quello caseario. Insomma, l’agriturismo locale rischia di essere penalizzato ulteriormente.

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