Un impatto molto negativo che colpisce tutti i settori produttivi, in particolare quello del turismo, e che si fa sentire soprattutto in un calo del fatturato e in una forte carenza di liquidità: questi, in sintesi, i principali effetti della diffusione del coronavirus sul tessuto produttivo locale.
La Camera di Commercio diffonde il 2° report che offre un’analisi approfondita sull’impatto del Covid-19 per le imprese dell’area metropolitana di Roma. L’Osservatorio predisposto fornisce un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti: l’obiettivo è quello di identificare le misure che meglio si prestano a contenere il danno economico subito dalle aziende.
Ben 500 le imprese rappresentative delle attività economiche dell’area metropolitana della Capitale prese in considerazione anche stavolta (gli esiti del 1° sondaggio sono stati pubblicati il 10 marzo scorso). Il 71% di queste si trovano a Roma, il restante 29% sono operative in provincia.
Da segnalare come salga al 95,3% la quota delle imprese che dichiara conseguenze dirette in seguito all’espansione del coronavirus. Raddoppia la quota di imprese che dichiara un calo del fatturato di oltre il 30% nell’ultimo mese. Non è finita qui: la quota di aziende che si aspettano una contrazione del fatturato di oltre il 30%, nel 2020, sale al 51,3% (in precedenza ci si assestava sul 28,5%). Il 43% delle imprese ha messo in atto, o comunque progettato, azioni concrete per fronteggiare la situazione. Le principali sono smart working, accordi con i fornitori e nuovi canali di vendita.
«I dati sono indicativi – spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma – della fase dura ed estremamente complicata che stanno affrontando le imprese. Questo 2° report evidenzia, purtroppo, un peggioramento quasi generalizzato di tutti gli indici rilevati. Un dato preoccupa più di tutti ed è quello relativo alla liquidità: il 95% delle imprese ha una liquidità sufficiente a fronteggiare al massimo 3 mesi, in particolare il 36% dichiara di poter resistere al massimo altri 15 giorni. Questo è sicuramente l’aspetto più grave. Per evitare il collasso del nostro sistema produttivo, in particolare delle piccole e medie imprese, bisogna intervenire subito così da evitare un effetto domino sull’intero mondo produttivo».