Le conseguenze del coronavirus sul commercio romano: danni al 76% delle imprese

La Camera di Commercio di Roma diffonde un documento che illustra l'impatto iniziale del Covid-19 su settori come ristorazione e alberghi: la volontà è quella di fornire un costante aggiornamento sull'evoluzione dei fatti

Un impatto negativo e abbastanza generalizzato che colpisce molti settori produttivi e che dà vita a un calo del fatturato oltreché a una carenza di liquidità: questi i principali effetti della diffusione del coronavirus sul tessuto produttivo della Capitale e della sua provincia.

La Camera di Commercio di Roma diffonde un documento che illustra l’impatto iniziale del Covid-19 su settori come ristorazione e alberghi: la volontà è quella di fornire un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti, con l’obiettivo di identificare le misure che meglio si prestano a contenere il danno economico subito dalle imprese.

A proposito di imprese, ben 495 quelle interessate da una particolare indagine effettuata nella settimana tra il 2 e il 10 marzo 2020, prima dell’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm. Tali realtà imprenditoriali hanno, nel 75% dei casi, la sede nel comune di Roma: il 77,2% di queste ha tra 0 e 9 dipendenti, il 19,4% tra i 10 e i 49.

«Il momento è durissimo e senza precedenti – afferma Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – ma, naturalmente, non possiamo lasciarci andare, anzi bisogna triplicare i nostri sforzi. I dati della nostra indagine sono indicativi dell’impatto molto negativo del virus sul tessuto produttivo, ma ci sono segnali incoraggianti da cogliere. Chiari e importanti. Il 64,5% delle imprese ha già messo in campo azioni di contrasto. Questo segnala la prontezza del sistema imprenditoriale che si sforza di non subire passivamente uno shock del tutto nuovo».

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