Un danno erariale di circa 200.000.000 di euro relativo ai maggiori oneri sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le limitazioni alla prescrivibilità di un farmaco più economico con l’obiettivo di curare determinate malattie oculari. Ecco di cosa sarebbero accusati i dirigenti – pro-tempore – dell’Aifa così come quelli della Commissione Consultiva Tecnico-Scientifica della stessa azienda.
Attraverso le ricerche effettuate dagli agenti del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, si è scoperto come il mancato utilizzo fino al 2014 di uno specifico farmaco, tra i prodotti rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale, abbia causato rilevanti spese aggiuntive per l’Erario.
L’aggravio economico sarebbe stato calcolato in base alla differenza di prezzo del farmaco per così dire “limitato” e di quello invece utilizzato, ma non per questo più efficace, tra i 600 e i 730 euro per singola dose.
Le persone destinatarie del provvedimento, cui all’epoca erano rimesse tutte le valutazioni del caso sull’inclusione dei medicinali nella lista di quelli rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale, hanno ora 60 giorni di tempo per fornire le loro deduzioni difensive ai magistrati della Corte dei Conti.