Aggressione giornalista Rai. Chiesta condanna a 6 anni per Spada

Il pg della Cassazione ha chiesto di confermare l'aggravante mafiosa

Il 7 novembre del 2017 un giornalista della Rai intervista Roberto Spada davanti alla sua palestra di Ostia, innervosito dalle domande incalzanti sui rapporti tra la sua famiglia e Casapound, Spada risponde con una testata immortalata dalla telecamera della trasmissione Nemo e subito diffusa sul web. Quella aggressione, divenuta oggetto di un processo ora giunto in Cassazione, è stata aggravata dal metodo mafioso. A sostenerlo è il pg della Corte Suprema, Pasquale Fimiani, che ha chiesto la conferma della condanna a sei anni comminata a Spada dalla Corte d’Appello. Secondo il pg, il metodo mafioso sarebbe confermato dal fatto che nessuno nella palestra avrebbe mosso un dito per soccorrere le due vittime. Un episodio, quello che ha avuto per protagonisti il giornalista Daniele Piervincenzi e il cameraman Edoardo Anselmi, che ha contribuito a fare luce sullo strapotere dei clan a Ostia. L’attenzione dei media si è concentrata sul litorale e sullo strapotere che da anni il clan aveva conquistato con l’uso sistematico della violenza. Dal 2017 a Ostia innegabilmente qualcosa è cambiato, è stata creata l’associazione antimafia Noi, guidata dalla giornalista di Repubblica Federica Angeli, sono nati nuovi spazi pubblici come la palestra della legalità ed è maturata la consapevolezza che il litorale non possa essere abbandonato al proprio destino. Nel 2018 Roberto Spada è stato condannato all’ergastolo per associazione di stampo mafioso.

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