Si nascondeva a Roma tra gli agi, in un appartamento di lusso a Casal Bruciato, in via Diego Angeli circondato dalla protezione degli amici malavitosi. Così ha trascorso un anno di latitanza Claudio De Witt, narcotrafficante legato alla criminalità romana. Non era la prima volta, già nel 2011 aveva fatto perdere le sue tracce approfittando di un ricovero. De Witt deve scontare una condanna a 12 anni per traffico internazionale di cocaina. 30 i kg di droga che arrivavano dalla Spagna in Italia ogni settimana grazie al circuito creato dal latitante. L’uomo è stato rintracciato grazie al pedinamento dei suoi familiari. Una volta individuato l’appartamento in cui si nascondeva, i militari della Polizia hanno visto De Witt uscire a bordo della sua vettura per andare a Centocelle sua storica piazza di spaccio, quando ha fatto ritorno a casa è stato fermato e arrestato. L’indagine denominata “Amico Mio”, come l’uomo era solito salutare i suoi complici, ha permesso di arrestare altre 5 persone accusate di gestire lo spaccio nei quartieri di Ponte di Nona, Centocelle, Prenestino, Valle martella e San Cesareo. Tra gli arrestati anche Simone Pizzone e Francesco Zingaro. Proprio a Zingaro è stata sequestrata una pistola rubata Tanfoglio, dalle intercettazioni è emerso come De Witt volesse utilizzarla per sparare ad un uomo che non aveva onorato un debito di droga. Tanti i depositi di armi disseminati nella zona sud della capitale riconducibili al latitante. Coinvolto nelle indagini anche Aldo Mencarelli, non un subordinato di De Witt bensì un soggetto che anch’esso si avvaleva di sodali impegnati nella vendita di stupefacenti oltre a utilizzare un linguaggio cifrato per dare istruzioni. Nel gergo utilizzato da Mencarelli la banca era l’abitazione di Mario Ritecchi, suo braccio destro, dove veniva custodita la droga. Proprio presso questa abitazione è stato sequestro un ingente quantitativo di cocaina e eroina oltre ad una pistola con la matricola abrasa.
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