Raggi. La procura fa ricorso contro la sua assoluzione

In primo grado Virginia Raggi era stata assolta dall'accusa di falso in atto pubblico perché il fatto non costituisce reato.

La procura di Roma deposita il ricorso in appello e riapre di fatto la partita sull’accusa di falso in atto pubblico per la quale in primo grado Virginia Raggi era stata assolta perché il fatto non costituisce reato.

Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio la sindaca non sarebbe stata vittima di un raggiro ma avrebbe agito con la consapevolezza di violare la legge.

I fatti risalgono all’autunno del 2016 quando Renato Marra, fratello del braccio destro della sindaca, Raffaele Marra, otteneva una promozione alla Direzione del Dipartimento Turismo del Campidoglio. Una nomina che comportava un cospicuo aumento di stipendio,voluta dai fratelli Marra e decisa in assenza e all’insaputa della sindaca per aggirare il parere sfavorevole da essa espresso al riguardo. Secondo la ricostruzione dei magistrati dopo lo scoppio dello scandalo Virginia Raggi si sarebbe intitolata la maternità della scelta, davanti l’autorità anticorruzione capitolina, per coprire l’abuso compiuto dal suo fedelissimo, da qui l’accusa di falso in atto pubblico. Ai tempi il codice etico del movimento 5 stelle avrebbe imposto alla sindaca di dimettersi qualora fosse stata indagata. Poi lo scorso 10 novembre la sentenza di assoluzione aveva scagionato la Raggi.

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