Investimenti sbagliati, Roma lascia a desiderare sui servizi pubblici

L'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica boccia la Capitale: secondo una complessa ricerca effettuata dall'Ateneo, la città amministrata da Virginia Raggi risulta essere la 31esima di 52 comuni italiani riguardo le spese legate ai rifiuti così come al welfare, ai trasporti e alla viabilità

Scelte strategiche piuttosto improbabili che si ripercuotono sulla vivibilità di una metropoli come Roma. L’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, guidato da Carlo Cottarelli, boccia la Capitale. Secondo una complessa ricerca effettuata dall’Ateneo, la città amministrata da Virginia Raggi risulta essere la 31esima di 52 comuni italiani riguardo le spese legate ai rifiuti così come al welfare, ai trasporti e alla viabilità.

A quanto pare, il Campidoglio spende meno di quanto dovrebbe per garantire un livello accettabile in merito ai servizi pubblici. Le presunte “colpe”, in questo caso, non sarebbero da attribuire interamente a Raggi e alla sua giunta: questo perché la gestione si dimostrerebbe discutibile da anni.

Da sottolineare come, in alcune voci, il Comune avrebbe speso più del necessario per garantire il fabbisogno minimo alla Città Eterna: per il personale sarebbero stati investiti 160.000.000 di euro in più, per i rifiuti circa 65.000.000. Insufficiente, invece, la spesa per polizia locale e welfare (in quest’ultimo caso il “buco” ammonterebbe a circa 55.000.000).

Il parere di chi ha effettuato tutte le verifiche del caso è emblematico: da Palazzo Senatorio sarebbero usciti almeno 3.500.000.000 negli ultimi anni in settori come istruzione e mobilità, eppure si tratterebbe del 3,32% in meno rispetto a quanto avrebbe dovuto fare per risollevarli.

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