SalvaRoma. L’approvazione della norma slitta a dopo le elezioni

La norma nasce per chiudere la gestione commissariale del debito di Roma Capitale

Se ne riparlerà a urne chiuse. Il Salva Roma, norma considerata indispensabile per la capitale era già diventata motivo di polemica all’interno del governo gialloverde. La norma, presentata in Campidoglio dalla sindaca Raggi e dalla vice ministra Castelli, e inserita del DL Crescita, nasce per chiudere la gestione commissariale del debito di Roma Capitale. “I salvataggi devono valere per tutti i comuni”, tuona Matteo Salvini che non sembra volere togliere le castagne dal fuoco all’amministrazione Raggi proprio a ridosso delle elezioni europee. La norma “non comporta la spesa aggiuntiva di un euro” sostiene la parte grillina del governo in coro con l’amministrazione Raggi. E questa volta della bontà del provvedimento sembrano convinte anche le opposizioni che si dicono pronte ad un accordo bipartisan pur di non lasciare che tutto il peso del debito cada sul Campidoglio. Infatti al momento il Consiglio dei ministri ha approvato soltanto la norma che chiude la gestione commissariale nel 2020 e senza Salvaroma il debito ricadrebbe sulla capitale facendola fallire. Apre al dialogo Forza Italia, con Berlusconi che ricorda a Salvini come la capitale sia di tutti, il Pd con Zingaretti che promette di analizzare il testo senza alcuna preclusione. Anche fratelli d’Italia si impegna a migliorare il provvedimento per riconoscere Roma come capitale. E se il provvedimento fosse approvato con una maggioranza trasversale sarebbe una prima volta significativa per il futuro della capitale e del governo.

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