Fiamme domate con difficoltà ma, alla fine, allarme rientrato. Notte da incubo quella vissuta dai residenti della periferia est della Capitale. Un incendio di vaste proporzioni è divampato all’interno di un’area utilizzata in passato come discarica abusiva, sequestrata nel mese di febbraio, e situata lungo via Collatina Vecchia, all’altezza della stazione ferroviaria Palmiro Togliatti.
Immediato l’arrivo sul posto dei Vigili del Fuoco e del personale del 118, pronto a fornire assistenza a eventuali persone intossicate. I pompieri sono riusciti a spegnere il rogo solo diverse ore dopo la sua accensione.
«Un atto doloso, un gesto criminale compiuto da chi voleva ripulire quest’area da sé, avvelenando i residenti», a parlare è Antonio Di Maggio, comandante del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale. La sua tesi non è affatto approssimativa. D’altronde la porzione di terreno che fino a qualche tempo fa era invasa da rifiuti di ogni genere era in attesa di bonifica. Un’operazione richiesta tanto dai comitati di quartiere quanto da Roberta Della Casa, presidente del 4° Municipio. «Eravamo pronti ma nessuno ce l’ha permesso», riferisce quest’ultima, consapevole che un fatto simile sia andato a danneggiare tutta la collettività, non soltanto l’amministrazione capitolina.
A tirare un sospiro di sollievo gli abitanti dei quartieri limitrofi, costretti a fare i conti con la colonna densa di fumo nero che si è innalzata in seguito all’incendio e con l’odore acre derivante dalla fusione degli oggetti raggiunti dalle fiamme.
Al momento dell’applicazione dei sigilli, vennero abbattute 35 baracche situate nelle vicinanze oltre a 6 tende abbandonate dagli occupanti. A posticipare la bonifica dell’area oggi bruciata il mancato via libera della procura.