Ci avevano già provato molti altri locali, ristoranti e bar situati in quelle zone regolate dai PMO, i piani di massima occupazione (circa 100 a roma) a chiedere più suolo pubblico per tavolini e sedie. Ora, con una decisione già divenuta giurisprudenziale storica, il Consiglio di Stato accoglie, contro il parere del Campidoglio e del TAR del Lazio che lo aveva già bocciato, il ricorso della pizzeria «la Fraschetta» a Trastevere, che aveva chiesto la possibilità di “parcheggiare” per così dire tavoli e sedute sulle strisce blu che delimitano i posti a pagamento riservati alle auto e annulla uno dei PMO del centro, quello di via San Francesco da Ripa.
Se per Comune e Tar infatti il «piano generale del traffico urbano» vieta il rilascio del permesso dove c’è la sosta tariffaria nelle zone di viabilità locale, per i magistrati della quinta sezione del Consiglio di Stato “Nelle aree di sosta a tariffazione obbligatoria su viabilità locale non vige un divieto assoluto di concessione di occupazione di suolo pubblico “. Zone franche, quindi, nate da un lapsus giuridico: eh si, perché le regole scritte dal Campidoglio fanno riferimento solo alla “viabilità principale”, per le strade ad alto scorrimento, ma nulla di simile esiste per le stradine e i viottoli del centro storico capitolino, accomunate nell’applicazione dei piani alle strade principali.
Dopo questa decisione, la prima in assoluto di sospensione di un PMO da parte del Consiglio di Stato, non si faranno di certo attendere ricorsi a destra e a manca da parte di ristoratori e commercianti, per la felicità della maggior parte dei turisti.
Non tutti sono d’accordo però, e alcuni immaginano i problemi che potrebbero sorgere.
Oltre a dover studiare un nuovo PMO per la via interessata, secondo i magistrati, il Campidoglio dovrebbe chiarire quali siano le determinazioni riguardo alle concessioni di occupazione di suolo pubblico sulle aree di sosta tariffata della viabilità locale. Altrimenti, si legge tra le righe, sarà il primo caso di una lunga serie.