75 anni fa l’eccidio delle Fosse Ardeatine

Il 24 marzo del 1944, 335 italiani, prigionieri politici, ebrei e dissidenti scelti a caso furono uccisi dentro una delle cave di pozzolana sull'Ardeatina

Avevano fatto esplodere le cave per cancellare ogni traccia degli italiani trucidati per vendicare i nazisti morti nell’azione dei gap di via Rasella. E invece il luogo dell’eccidio fu scoperto quasi subito e divenne meta di pellegrinaggio delle famiglie delle vittime. Il 24 marzo del 1944, 335 italiani, prigionieri politici, ebrei e dissidenti scelti a caso furono uccisi dentro una delle cave di pozzolana sull’Ardeatina. Due giorni prima in via Rasella scoppiava un carretto e venivano lanciate delle bombe che colpivano a morte 32 soldati tedeschi. L’ordine impartito direttamente da Hitler volle che per ogni tedesco ucciso fossero sacrificati 10 italiani. Il calcolo venne fatto per eccesso e 335 persone vennero prelevate dal carcere di Regina Coeli e via Tasso. A guidare la rappresaglia il colonnello Kappler. Già nel ’44 inizia la riesumazione delle vittime che trovano degna sepoltura all’interno del mausoleo. Anche quest’anno il presidente Sergio Mattarella e le massime cariche dello stato hanno reso omaggio alle vittime. Si tratta del primo anno in cui è assente Rosetta Stame figlia di Nicola Ugo Stame tenore lirico e partigiano antifascista trucidato 75 anni fa proprio alle Fosse Ardeatine. Ma a commemorare la strage rimangono le nuove generazioni che dai testimoni hanno ereditato la consapevolezza di quanto sia importante ricordare la storia affinché non si ripeta.

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