Un momento per riflettere in silenzio su una delle pagine più agghiaccianti della storia italiana del Novecento. A 41 anni esatti dal sequestro di Aldo Moro, alcune tra le principali figure istituzionali del nostro Paese si radunano in via Mario Fani. Lungo quella strada, a nord della Capitale, il 16 marzo del 1978 il leader della Democrazia Cristiana fu portato via dalla Brigate Rosse tramite un agguato che comportò il decesso delle sue 5 guardie del corpo, ovvero Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi.
Organizzata davanti alla lapide su cui sono incisi i nomi delle vittime di quell’atroce carneficina, la cerimonia vede la partecipazione di Giuseppe Conte, attuale premier, e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio nonché nuovo segretario del Partito Democratico.
Una mattinata cupa e grigia fa da cornice a un appuntamento vissuto all’insegna del rispetto, così come del dolore, di chi perse la vita all’improvviso attraverso un massacro che intere generazioni non possono dimenticare.
La corona di fiori deposta è l’atto simbolico di rito effettuato sotto gli occhi dei presenti. Oltre a Conte e a Zingaretti prende parte alla celebrazione pure Franco Gabrielli, ex prefetto di Roma e oggi capo della Polizia di Stato. Sul web sono tanti i messaggi pubblicati dai politici. Attraverso il suo profilo Twitter, Luigi Di Maio scrive: «Una ferita per lo Stato che può essere curata in un solo modo: lottando per ottenere la verità».