Un totale di 4 persone arrestate, ritenute colpevoli di atti di usura nonché di esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Questo il risultato della complessa operazione conclusa a Roma dalle Fiamme Gialle, abili ad accertare diverse irregolarità all’interno di un patronato situato nel quartiere Centocelle. A finire in manette un uomo di 53 anni, una donna classe 1968, titolare dell’ente associativo, e i suoi 2 figli, rispettivamente di 31 e 29 anni.
Le indagini sono scattate in seguito ad una denuncia presentata nel novembre del 2017 da una donna che, dopo essersi rivolta all’ufficio in questione per istruire una pratica di finanziamento, rimase vittima del temibile gruppo di strozzini. Come confermato dagli agenti, la persona innocente coinvolta nella truffa si trovò costretta ad accettare le condizioni di capestro imposte dagli indagati, i quali si dissero disponibili a procurarle denaro applicando però tassi di interesse mensili dal 20% al 25%, corrispondenti a circa il 300% annuo.
A quanto pare, nel tempo il sodalizio criminale sarebbe stato in grado di attuare una strategia simile nei confronti di molte altre persone. Il tenente colonnello Giuseppe Dinoi, Comandante del Gico di Roma, stima che una prassi del genere andasse avanti da almeno 4 anni.
L’erogazione delle somme era, per così dire, “schermata” dalle finalità del patronato, ovvero quelle di offrire assistenza agli utenti per l’espletamento di pratiche amministrative di vario genere. Nel corso delle perquisizioni, i finanzieri hanno rinvenuto pure un vero e proprio libro “mastro” in cui venivano annotate, con precisione, le somme prestate e le relative restituzioni, comprensive degli enormi interessi applicati.