A che punto è la riqualificazione dello stadio Flaminio? Un anno fa la struttura sportiva all’interno del quartiere Flaminio toccava il suo punto più basso. Un uomo veniva ritrovato cadavere al suo interno. Si trattava di un clochard cingalese che nella struttura aveva trovato riparo. Come lui tanti senzatetto avevano iniziato ad occupare lo stadio abbandonato a sé stesso per sei lunghi anni. Ad ucciderlo sarebbe stato un altro senzatetto che a seguito di una lite lo avrebbe preso a sprangate. Il delitto commesso in uno dei salotti buoni della città ha riacceso i riflettori sulla struttura e sul suo destino. Creato per ospitare le Olimpiadi di Roma del ’60, lo stadio è un gioiello architettonico, realizzato dall’architetto Pier Luigi Nervi. La sua natura polivalente lo rende potenzialmente adatto ad ospitare diversi sport. Ma il cammino verso la sua rinascita è ancora lungo. Nei mesi passati Roma Capitale ha dato vita alla pulizia della parte interna dello stadio, ma per potere utilizzare la struttura occorrono molti fondi. Molti di più rispetto ai 16 milioni di euro stanziati dalla Fondazione Ghetty per lo studio di un progetto di riqualifica della struttura. L’assessore Frongia, da noi interpellato sulla questione nei giorni scorsi, ha affermato che importanti novità sono in arrivo. La soluzione più quotata è quella che prevede, come auspicato dal presidente del CONI, Malagò, di far ritornare il Rugby al centro di Roma con la creazione di una nuova casa del Rugby allo stadio Flaminio. Una operazione che potrebbe essere realizzata con il sostegno del governo vista l’importanza storico artistica del Flaminio.
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