Dopo un mese e mezzo dall’entrata in vigore del decreto sicurezza il Ministro Salvini dalle parole si passa ai fatti. Fatti che dopo la chiusura dei porti si concretizzano con la chiusura del secondo centro per rifugiati più grande d’Italia , il CARA di Castelnuovo.
Ve lo ricordate quel luogo, scelto da papa francesco per celebrare il rito della pulizia dei piedi durante il venerdì santo? Un vanto di struttura, un modello di accoglienza e integrazione che funzionava dal 2008. destinato a chiudere fa sapere il Viminale entro il 31 gennaio.
Dei circa 550 immigrati (401 uomini, 120 donne e 14 bambini) accolti nel centro, 100 sono già partiti con diversi pullman, mentre altri 300 sono pronti per partire nei prossimi giorni. Molti di loro hanno già la valigia pronta e attende nel cortile di partire per una destinazione ignota. Sono stati separatati gruppi famigliari, uomini da una parte donne dall’altra e bambini nel mezzo, riportando alla memoria la più buia pagina della nostra storia.
Tanto lavoro per nulla, è uno dei pensieri che affollano la mente dei 120 lavoratori della Cooperativa Auxilium che lavorano nella struttura. Tanti sforzi per portare avanti un modello funzionante di integrazione e ora il buio, mentre esponenti del mondo della politica si schierano in strada per tentare di bloccare il via vai di pullman, come la deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni.
Chi aveva il diritto di stare al Cara sarà solo trasferito, giura Salvini, senza però dare conto di quanti, alla luce del decreto sicurezza e immigrazione che abolisce il diritto alla protezione umanitaria e lo sostituisce con permessi molto più restrittivi, non hanno più diritto alla seconda accoglienza, ovvero gli ex SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Delle oltre 500 persone che a Castelnuovo avevano trovato rifugio, pare che Solo 20 potranno godere di protezione umanitaria.
Per tutti gli altri, ricomincia la paura.