Traffico di cani rubati, ricettazione e maltrattamenti contro gli stessi nonché detenzione abusiva di armi e munizionamento. Queste le accuse nei confronti dei 3 soggetti denunciati dai Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia e rei aver messo in piedi un brutale traffico illegale di animali domestici. Uno dei componenti del clan è finito in manette poiché trovato in possesso di un fucile calibro 12, con matricola contraffatta, e circa 100 munizioni pronte per l’uso.
Quanto scoperto dai militari è raccapricciante: nei pressi di 2 terreni agricoli gestiti dai malviventi, situati rispettivamente a Cerveteri e a Cineto Romano, è stata rinvenuta la presenza di ben 54 cani chiusi in gabbia in pessime condizioni igieniche. Come se non bastasse, ecco pure carcasse a terra (ritrovati addirittura volatili e un cinghiale cacciati di frodo). Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i criminali in questione commissionavano furti di cani di razza rivendendoli poi in provincia attraverso un giro di affari capace di fruttare decine di migliaia di euro.
Tutto era studiato nei minimi dettagli: gli impostori toglievano i microchip identificativi, facendo a meno dell’assistenza di un veterinario, sottoponendo poi le bestie a delle vere e proprie torture. Niente scampo per quegli animali rimasti invenduti, puntualmente uccisi dalla gang. Tra gli oggetti sequestrati anche farmaci, siringhe monouso per impiantare nuovi microchip e un collare in grado di emanare scariche elettriche attraverso un comando a distanza.