Il giorno dopo lo sgombero, come promesso, sono arrivate le ruspe. Le demolizioni, per il momento solo parziali, servono ad impedire che le strutture siano nuovamente occupate. Hanno fatto il giro delle tv le immagini delle otto villette del Quadraro occupate dai Casamonica, decorate con sfarzo e costruite alla faccia di ogni regola. Anche questa volta la sindaca Raggi era presente. Per tutta la giornata protestano gli occupanti che portano via scatoloni di effetti personali, rivendicano di essere “italiani da 7 generazioni” e chiedono dove andranno a dormire adesso che quelle case costruite in spregio a qualsiasi norma edilizia vengono distrutte. Intanto il legale del clan afferma di verificare in queste ore la possibilità di impugnare l’ingiunzione di demolizione. Per i prossimi 30 giorni via del Quadraro rimarrà chiusa al traffico per permettere le operazioni di abbattimento e rimozione dei rifiuti. “Lì nessuno aveva messo le mani. Stiamo riaffermando il primato dello Stato riconquistando la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni” è il commento della sindaca, che rivendica il primato nell’abbattimento delle villette. Primato contestato da chi fa notare come già da tempo la Regione Lazio avesse intrapreso un’azione di costrasto al clan. E nonostante le inevitabili polemiche sui social, questa volta anche il mondo politico sembra dare un giudizio unanime. Le ruspe, quando sono indirizzate verso la rimozione di privilegi e soprusi perpetrati con la violenza e l’intimidazione, dovrebbero mettere tutti d’accordo.

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