Case popolari e Piani di Zona: una delibera Capitolina mette ordine

Oltre 400.000 i cittadini romani interessati dalla questione, su cui si era pronunciata anche la Cassazione

Tema ostico ma che tocca nell’intimo delle tasche dei cittadini della Capitale, quello della vendita delle abitazioni costruite nei Piani di Zona. Quartieri come Spinaceto, Vigne Nuove, Tor Bella Monaca, sono sorti negli ultimi 50 anni grazie ai “Piani di Edilizia Economica Popolare” (PEEP), strumento urbanistico attraverso il quale si sono acquisite aree poi destinate alla costruzione di alloggi e servizi complementari (come fognature, rete stradale, scuole, etc) per fornire ai cittadini abitazioni popolari a prezzi calmierati, sia in proprietà che in locazione.

Ma se poi i proprietari vogliono vendere queste case? Non andrebbero a guadagnare somme che in gran parte non hanno sostenuto solo loro, ma tutti i cittadini? Lo Stato dovrebbe quindi rientrare di una parte di questi soldi. E qui le regole e le leggi si fanno intricate come una foresta e in cui gli oltre 400.000 cittadini interessati rischiano di perdersi facilmente.

Una delibera finalmente cerca di rimettere ordine e snellire le procedure per l’affrancazione e la trasformazione, introducendo anche tagli sui costi che i cittadini dovranno sostenere, che caleranno anche proporzionalmente rispetto al tempo passato dalla stipula della convenzione sulla casa, e di rateizzare il corrispettivo da versare.

Dopo l’approvazione definitiva in aula del provvedimento, la palla passa al Governo, che dovrà risolvere la questione della Sentenza della Cassazione aperta dal 2015 che obbliga gli ex proprietari di alloggi frutto dell’edilizia agevolata e rivenduti prezzi di libero mercato di restituire all’acquirente la differenza di valore tra il primo acquisto e il secondo.Con moltissimi, in attesa, che rischiano di perdere tutto.

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