Quando il Cinema si fa sociale

Un docu-film vede attori alcuni detenuti di Rebibbia, per l'occasione custodi e manutentori del patrimonio verde della città

Il Cinema come strumento di reinserimento sociale. Questo il messaggio del documentario “Prove di libertà. Roma, quelli dell’Art. 21”, regia di Carlo Bolzoni e Guglielmo Del Signore, proiettato in anteprima al Museo MAXXI nel contesto della Festa del Cinema di Roma.

Che racconta la riqualificazione del verde urbano della Capitale attraverso la riqualificazione umana e sociale di alcuni detenuti volontari del carcere di Rebibbia.
Il progetto, durato sei mesi e ancora in corso in alcune aree, fa seguito all’accordo “Lavori di pubblica utilità e recupero del patrimonio ambientale” del 26 marzo scorso, siglato tra Roma Capitale e il DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) del Ministero della Giustizia.

Un progetto non unico ma raro, prezioso per diverse ragioni. Progetti come questo, infatti, servono ad impegnare positivamente per la comunità e per loro stessi persone che vivono in assenza di libertà, detenute per reati non gravi. E servono a dare una speranza che, fuori da quelle mura e sbarre, il mondo non si sia dimenticato di loro. Perché, come sottolinea la garante per i diritti delle persone private della libertà personale di Roma Capitale Gabriella Stramaccioni, perdere la strada e ritrovarsi catapultati dall’altro lato non è poi così impensabile. L’importante è trovare una mano tesa in aiuto, che ci aspetta.

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