Ripensare Roma per poterla chiamare di nuovo così

Seguendo il modello delle grandi capitali europee

Ripensare Roma. Questo lo scopo dell’iniziativa organizzata dall’Ass. Culturale Reti Sociali con la partecipazioni di personaggi della politica e dell’industria che hanno preso parte all’incontro “Quando rinascerà, la chiameremo Roma”. Un momento per riflettere sui bisogni di Roma attraverso la partecipazione civile, teso a creare un modello di Governo che punti a risolvere i problemi della Capitale.

Dall’ex sindaco Alemanno a David Sassoli del PD, l’incontro ha visto la partecipazione di un mix di personalità e posizioni politiche riunite per portare ognuno il suo bagaglio di esperienze nei personali ambiti e metterlo al servizio dei cittadini, in un contesto di dialogo aperto. Così descrive le intenzioni di questo evento il Presidente dell’Associazione organizzatrice Giovanni Bellissima.

L’idea da cui ripartire è una Capitale con più poteri, al pari delle altre principali città europee.

Un grande piano Marshall per rilanciare Roma in tutto e per tutto, grazie anche ad una commistione tra pubblico e privato per Guido D’amico Presidente Nazionale di ProntoImprese. Oltre alla mancanza di poteri, le beghe interne sembrano essere uno dei principali mali della Città Eterna, che vanno ad influenzare ogni aspetto della vita della città e dei cittadini.

Aldilà dei fallimenti politici delle giunte passate, ciò che emerge è la necessità di ricominciare a parlare della Capitale e delle sue necessità. Una rinascita che potrebbe ripartire da un decentramento dei poteri e delle competenze rispetto al solo Campidoglio. Secondo un modello che costruisca delle città nella Città.

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