Terracina. Fratelli imprenditori agricoli arrestati per caporalato

Violate le normative relative alla retribuzione minima, all'orario di lavoro e all'aspettativa obbligatoria

Lavorare per 11 ore nei campi, guadagnando 4,5 euro all’ora senza diritti e dietro la costante minaccia di licenziamento. Sono le condizioni imposte dal caporalato. Il fenomeno continua ad essere particolarmente diffuso nel Lazio. La manodopera a basso costo viene reclutata direttamente dal caporale che illegalmente fa da mediatore tra il proprietario terriero e i manovali che così sono ridotti alla condizione di schiavi senza diritti.

A Terracina, nell’ambito del progetto “EMPACT THB”, gli agenti del commissariato di polizia hanno dato vita ad un’azione di contrasto al traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento. A seguito dei controlli effettuati presso alcuni campi coltivati a cielo aperto ed in una serra due fratelli, titolari dell’anzienda Agricola Duemilasei di Borgo Hermada, sono stati arrestati con l’accusa di caporalato. Gli agenti hanno verificato come sette braccianti agricoli versassero in condizioni di sfruttamento. Diverse le irregolarità accertate; I due fratelli impiegavano manodopera priva di permesso di soggiorno e anche nel caso di lavoratori assunti con contratto a tempo determinato, questi venivano retribuiti meno rispetto al quanto previsto dai contratti collettivi nazionali. Violate le normative relative all’orario di lavoro, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie, così come sono risultate violate le normative in materia di sicurezza e igiene tanto da mettere in pericolo la salute , la sicurezza e l’incolumità personale dei lavoratori.

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