Cassazione. 16 anni di reclusione per Daniele De santis

I fatti risalgono al 2014 alla vigilia della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli

16 anni. La Cassazione ha emesso la sentenza definitiva sull’uccisione di Ciro Esposito. Il giovane tifoso napoletano è morto per la ferita causata da un proiettile sparato dall’ultras della Roma Daniele De Santis. I fatti risalgono al 2014 alla vigilia della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Mentre stazionano in viale Tor di Quinto, alcuni tifosi partenopei riconoscono un ultras della Roma e si scatenano violenti scontri tra tifoserie avversarie. All’improvviso De Santis spara e Ciro Esposito cade a terra, ferito al petto. Dopo 53 giorni di agonia morirà in ospedale. Da allora sono passati quattro anni e tre gradi di giudizio. La pena di De Santis è stata ridotta da 26 a 16 anni in appello e adesso diviene definitiva. A seguire tutti i processi la madre di Ciro, Antonella Leardi, che ha sempre detto di non essere interessata all’entità della pena di De Santis ma di pretendere solo la verità. Soddisfatti anche i legali della famiglia Esposito che sottolineano come la Cassazione non abbia accolto il tentativo della difesa di Daniele De Santis di far passare la tesi che l’omicidio di Ciro Esposito fosse un caso di legittima difesa. Adesso, oltre alla soddisfazione per la famiglia che ha visto accertate le responsabilità di De Santis, rimane il silenzio mediatico e la possibilità di vivere privatamente il lutto causato dall’assurdo odio per una fede calcistica che nulla ha a che vedere con lo sport.

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