Una retrospettiva elegante ed essenziale, pervasa da scatti che sono frutto di istinto, talento, umanità. A circa un anno e mezzo di distanza dalla scomparsa di David Rubinger, viene allestita all’interno del Museo di Roma in Trastevere una mostra pensata per rendere omaggio al fotografo nato a Vienna nel 1924. Contestualmente si vuole anche raccontare la storia dello Stato di Israele a 70 anni dalla sua fondazione.
Edvige Della Valle cura l’esposizione aperta al pubblico fino al 4 novembre. I 2 corridoi individuati per posizionare il materiale selezionato, contengono un totale di 70 immagini. Volti noti accanto a personaggi comuni, puntualmente ritratti nella quotidianità. Se da una parte si comprende una tendenza a immortalare momenti di tensione e dolore, dall’altra si riconosce l’abilità di Rubinger nel concentrarsi su situazioni in cui è possibile scorgere naturalezza e distensione, facendo a meno di particolari artifici.
Da Papa Giovanni Paolo II dinnanzi al Muro del Pianto passando ai 3 paracadutisti fotografati nel 1967, da Ben Gurion a Golda Meir: ecco alcuni dei protagonisti di un allestimento in cui non si sfoggia soltanto la tecnica.