Dopo il Camping River sarà la volta di Monachina e Barbuta. Virginia Raggi promette di chiudere i campi rom della capitale e dopo avere dato vita alla distruzione dei container del Camping River, non senza polemiche visto che si tratta di strutture di proprietà della stessa Roma Capitale, si dice pronta a fare altrettanto con altri campi della città. Il progetto originario di sgombero prevedeva un contributo economico per le famiglie che avessero accettato di tornare in Romania. Un flop se si considera che soltanto 14 persone hanno scelto il rimpatrio su 370 ospiti del campo. Ma la sindaca di Roma si è recata di persona in Romania per monitorare il progetto di reinserimento lavorativo delle persone sfollate. Rimane un mistero la sorte delle altre centinaia di rom che si sono ritrovati senza un alloggio e senza la possibilità di affittare una casa poiché, nonostante il contributo di 800 euro mensili offerto da Roma Capitale per pagare l’affitto, sembra che nessuno sia disposto ad affittare casa ai rom. Intanto la prossima settimana Raggi incontrerà il ministro Salvini che afferma di avere le idee chiare su come “Ripulire alcune situazioni della capitale”. Poco sembra importare se la Caritas e le tante organizzazioni per la difesa delle comunità ospitate nei campi, hanno bollato come incivile e inumana la politica adottata da Roma Capitale. Su questo terreno il rinsaldato rapporto tra Roma e il governo sembra destinato a produrre dei nuovi discutibili frutti.

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