Arresti domiciliari sì, ma niente di più. La procura dà il via libera alla scarcerazione di Luca Parnasi, ormai ex n° 1 di Eurnova, società incaricata di affiancare l’AS Roma nella realizzazione dell’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Detenuto a Rebibbia da metà giugno, il costruttore capitolino convince in parte il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Barbara Zuin.
Fondamentale l’ultimo, lungo interrogatorio nel corso del quale lo stesso Parnasi avrebbe ammesso di aver dato soldi a numerosi partiti in occasione delle elezioni avvenute nel mese di marzo. Un’azione dettata dal bisogno di rimanere nel “giro” quando si ha a che fare con le opere pubbliche: questa la motivazione principale. Grazie ad una tesi del genere, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini avrebbero fatto passare il loro assistito come vittima di un sistema che tende a affossare nel caso in cui si decide di lavorare in maniera corretta.
Almeno 15 i politici che avrebbero usufruito di aiuti in occasione dell’ultima campagna elettorale, costata all’imprenditore circa 300.000 euro (da capire se i soldi donati siano stati di natura lecita o meno). A questo punto i giudici pretendono ulteriori dettagli circa l’ex braccio destro Luca Caporilli, anche lui finito ai domiciliari per aver collaborato, oltre ai dirigenti di Eurnova Simone Contasta e Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri e il commercialista Gianluca Talone.