Caso Bianzino: famiglia, nuovi elementi, riaprire indagini

"Due perizie su lesioni. Presentata richiesta in Procura"

ROMA – Nuovi elementi sulle lesioni che hanno portato alla morte di Aldo Bianzino, deceduto nel carcere di Perugia Capanne il 14 ottobre 2007, a circa 48 ore dall’arresto. E’ quanto sarebbe emerso da due perizie effettuate da consulenti medici della famiglia che ha presentato alla Procura di Perugia una richiesta di riapertura delle indagini per omicidio a carico di ignoti. Secondo le due perizie, effettuate a novembre 2017, la causa della morte sarebbe riconducibile a una emorragia subaracnoidea provocata “non da un aneurisma ma da un evento traumatico”, e’ stato spiegato in conferenza stampa. La lesione epatica, che finora è stata considerata legata alle “manovre di rianimazione”, sarebbe invece contestuale all’altra. “Le lesioni sono sovrapponibili – ha detto in conferenza stampa l’avvocato Cinzia Corbelli, legale di Branzino assieme all’avvocato Massimo Zaganelli – dalle nuove perizie è risultato che sono insorte contemporaneamente e almeno 2 ore prima del decesso”. “La battaglia che sto portando avanti va al di là della voglia di giustizia per mio padre – ha sottolineato Rudra Bianzino, figlio di Aldo – ha una valenza generale”.

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