Accade tutto in una notte di vendetta. Sulla strada tra Guidonia e Tivoli. A caccia di qualcuno che ha violentato una ragazza lasciandola in fin di vita. Tre personaggi, tre protagonisti in un un western metropolitano che ha per scenario l’hinterland romano, con i campi rom al posto degli accampamenti indiani e le sale slot invece dei saloon. Davide Alfonsi e Denis Malagnino tornano sul grande schermo con Il Codice del Babbuino.
Una storia di rabbia ambientata in periferia, che si snoda tra debiti, malavita e un’umanità che non vuole arrendersi ad un destino che sembra essere segnato.
Denis, l’amico Tiberio e il boss locale, il Tibetano. Tra strade di campagna invase dall’erba e lunghi tratti di statale trasformata in una Las Vegas tiburtina.
Un film nato dall’estro di gruppo di giovani autori di Guidonia Montecelio che raccontano magistralmente temi legati a problematiche sociali più che mai attuali. Un cinema realistico, grezzo lo amano definire, senza quel velo di patinato e costruito che prende spunto da fatti realmente accaduti. Come l’episodio a cui si ispira il Codice del babbuino, accaduto una decina di anni fa.
Come per gli altri film realizzati dal collettivo, da Amanda Flor a Donkey’s Movie, si sente forte il sapore di una periferia rassegnata e abbandonata alla malavita.
La pellicola sarà in sala dal 17 maggio con Distribuzione indipendente.