Che non si fossero mai amati era cosa nota. Ma adesso lo scontro tra il ministro dello Sviluppo economico e la sindaca di Roma rischia di far perdere alla città l’ultimo treno verso la ripresa economica.
Il tavolo per Roma è, o forse bisognerebbe dire era, un’iniziativa ministeriale che voleva riunire tutti gli attori, istituzionali e non, interessati al rilancio della città per elaborare una strategia organica. Ma il destino del progetto è apparso da subito tormentato. In principio fu una indisponibilità a rispondere alle chiamate del minstero a fare sbottare Calenda sulla mancanza di spirito di collaborazione di Roma Capitale, poi dopo la prima riunione del tavolo la situazione sembrò ricomposta, ma la tregua è durata poco. Infatti il ministro ha sentito l’esigenza di scrivere una lettera indirizzata alla sindaca nella quale metteva in guardia sulla possibilità che un miliardo di euro messi a disposizione della capitale non venisse impiegato a causa dell’immobilismo dell’amministrazione. Alla lettera, pubblicata sul Messaggero prima ancora che arrivasse sulla scrivania della prima cittadina di Roma, Virginia Raggi ha risposto affermando che se la cifra di un miliardo di euro fosse stata reale Roma Capitale la avrebbe insertita nel bilancio nel quale, ha aggiunto la Raggi, purtroppo non si possono inserire le promesse. Tanto è bastato per far prendere al ministro la decisione di chiudere il tavolo: “Dalla Raggi solo incompetenza e arroganza” ha affermato Calenda. “È bastato chiedere contezza del miliardo annunciato e mai stanziato dal MISE per scoprire che quello di Calenda è soltanto un bluff pre-elettorale” ha ribattuto a muso duro la sindaca. E in questa vicenda l’unica certezza è che anche questa volta a fare le spese della bagarre politica saranno in primis i cittadini romani.