La Cassazione ha confermato oggi la condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di Franco Sorgenti, il 69enne di Terni accusato di aver ucciso, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2014, la moglie Laura Livi, di 36 anni. La Suprema Corte ha infatti rigettato, accogliendo le richieste formulate dalla procura generale, il ricorso presentato dalla difesa dell’uomo, assistito dagli avvocati Enrico De Luca e Manlio Morcella. La condanna a 18 anni di reclusione era stata decisa inizialmente dal tribunale di Terni, con rito abbreviato e poi confermata dalla Corte d’Assise di Perugia. La donna era stata uccisa da due coltellate nell’abitazione di via Gramsci, nel centro città, in cui viveva con il marito e le due figlie, presenti in casa al momento del delitto. Era stato proprio l’uomo a chiuderle a chiave nella loro cameretta e poi a costituirsi in carcere. Il delitto – era stato accertato dalla polizia – era avvenuto al culmine di una lite dopo che la donna aveva ribadito al marito la volontà di separarsi. Durante il processo i familiari della Livi si erano costituiti parte civile tramite l’avvocato Roberto Spoldi.
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