Un totale di 6 installazioni, la piattaforma “KizArt” pensata per i più piccoli, opere video provenienti dalla Biennale de l’Image en Mouvement, incontri aperti al pubblico e performance: così si sviluppa l’ottava edizione di Digitalife, i cui spazi rimarranno visibili fino al 7 gennaio. Nato da un’idea di Monique Veaute per la sezione dedicata alla nuove tecnologie e all’arte digitale del Romaeuropa Festival, il progetto sbarca quest’anno al Palazzo delle Esposizioni. L’approdo in via Nazionale di Digitalife è dettato soprattutto dalla volontà del vicesindaco capitolino Luca Bergamo di rendere l’Azienda Speciale Palaexpo il perno del Polo del Contemporaneo e del Futuro dedicato alla fusione tra arte e scienza.
Se Massimo Trevisan, Giorgio Fasol e Tommaso Cinti sono chiamati a coordinare il ciclo di performance previste da qui fino agli albori del 2018, Richard Castelli, Raffaella Frascarelli e Adrienne Drake curano invece il programma espositivo che costituisce il fulcro di Digitalife. Creazioni in grado di stupire ce ne sono eccome, si pensi al teatro virtuale orchestrato dagli austriaci Granular-Synthesis, a “Memorandum or Voyage” del collettivo giapponese Dump Type e a “Phosphor” di Robert Henke. Su invito della Fondazione Giuliani, ecco proiettati i film che nel 2016 hanno debuttato nel corso della Biennale: i 13 titoli selezionati, di fatto inediti qui da noi, esplorano la centralità dell’immagini nella cultura contemporanea.
Da non sottovalutare infine “KizArt”, il cui obiettivo è quello di fornire ai giovani gli strumenti giusti per costruire un proprio vocabolario artistico. La particolare piattaforma nasce grazie al diretto coinvolgimento di personalità del mondo dell’arte contemporanea, dove ogni partner ha proposto un video ritenuto adeguato per bambini da 0 a 14 anni.
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